martedì 26 maggio 2009

La piantina insignificante

Per andare al lavoro, adesso che è arrivata la bella stagione, prendo la bici e dopo aver mollato le puzzette al nido, percorro un bel tratto di ciclabile.
La pista ciclabile Colugna-Feletto fiancheggia la strada principale, dalla quale è divisa da una rigogliosa fetta di aiula fiorita. E' uno spettacolo: il Comune ci investe notevoli risorse ed è una gioia vedere questi arbusti fioriti sfrecciando tranquilli fino in ufficio o viceversa.
Ma domenica siamo andati a Padova, all'Orto Botanico dove abbiamo assistito ad uno spettacolo di Lorenza Zambon...e mi si è aperto un mondo. A me... io che notoriamente sono un "pollice nero", io che non memorizzo il nome di piante e fiori neanche se me li regalano con l'etichetta, che conosco solo la rosa e la margherita, che riesco a far morire anche la più indipendente delle piante grasse. Girando tra le innumerevoli pianticelle, tutte belle in ordine nei loro quadratini di terra delimitati dal tufo e con tanto di targhetta indicante un impronunciabile nome latino, ho ritrovato una compagna dei miei giochi d'infanzia che ho scoperto chiamarsi Parietaria officinalis. Da piccola la trovavo addossata ai muri e usavo le sue foglioline appiccicose per creare disegni sui vestiti e ora insegno quella "magia" ad Allegra. Ma vederla così bella e importante con un posto riservato tutto a lei mi ha sorpreso.
Ieri sono uscita in giardino, il nostro giardino di cui si occupa sempre e comunque Guido e ho cominciato a guardarlo in maniera diversa... che risorsa!
E poi ho preso le bimbe e siamo andate a fare un giretto dell'isolato armate di paletta e sacchetto di plastica e abbiamo prelevato alcune pianticelle prima totalmente ignorate ed ora divenute decisamente interessanti ai nostri occhi, dita, nasi...
Le abbiamo portate a casa e le abbiamo piantate alla bell'e meglio, perchè io proprio sono digiuna di qualsiasi nozione "verde". Ally si è divertita ad innaffiarle (con lo spandigocce come lo chiama lei) mentre sua sorella, spaparanzata nel passeggino, partecipava al tutto emettendo gridolini di gioia...
Poi siamo entrate in casa e abbiamo riesumato dai fondi della nostra libreria un libricino, minienciclopedia sulle piante, per cercare di scoprire cosa avevamo "rubato" al mondo.
Abbiamo scoperto che tante delle pianticelle insignificanti che crescono indisturbate e nell'indifferenza, mia perlomeno, sono piante commestibili, officinali, a volte anche antitumorali...e io che gioivo quando vedevo il pezzettino di verde vicino casa rasato per benino...razza di ingrata ignorante.
Ora prepareremo delle etichette per le nostre pianticelle "insignificanti" e le cureremo per vederle crescere perchè finalmente ci siamo soffermati a guardarle con la giusta attenzione e abbiamo scoperto un fiorellino dalle forme e dai colori meravigliosi, delle foglioline talmente simpatiche e ben fatte che sono uno spettacolo e via dicendo.
Mi sembra quasi di percepire la loro vocina che mi dice: "Ciao pirletta! finalmente ci hai notato, eh? ma non fare troppo chiasso, a noi piace stare tranquille...".
Passeggiare nell'orto di Padova, il più antico Orto botanico del mondo, mi ha fatto un'impressione simile a quella che provo quando cammino in mezzo alla gente, per strada o in certi luoghi affollati, dove volti, corpi, pettinature, vestiti, voci ti inondano e ti travolgono e tu ti rendi conto di quante persone diverse ci sono al mondo, tutte uniche. Sì, sì d'accordo... frasi fatte, luoghi comuni, ma tutto ciò mi ha fatto riflettere che troppo spesso non mi soffermo abbastanza neanche sulle persone e forse mi sto perdendo qualcosa...
Stamattina percorrendo la mia bella pista ciclabile l'occhio mi è cascato sul fossato che la delimita dalla parte opposta alla rigogliosa aiula e ho notato già tre pianticelle che sicuramente verrò a prelevare più tardi e che porterò a casa per farne la giusta conoscenza nel mio giardino...chissà cosa ne penserebbe il Comune del fatto che ora preferisco il trasandato fossato alla curatissima aiuola...
E poi prenderò le bimbe e faremo la conoscenza del castagno di casa nostra, questo reggi-amaca anche lui finora ignorato e, come dice Lorenza, forse lo eleggeremo centro del nostro mondo e ci appoggeremo al tronco per guardare tutto intorno...
E poi, un giorno o l'altro, mi ritroverò con le mie bambine a fare la pipì all'aperto, tutte e tre accucciate, tutte e tre ferme ad aspettare che si asciughi, tutte e tre bambine...perchè come suggerisce ancora Lorenza, i giardini servono anche a questo!